Collezione permanente
Nelle belle sale della Fondazione Adolfo Pini le opere dello zio materno, Renzo Bongiovanni Radice, sono in mostra permanente accanto agli oggetti d’arte e ad altri dipinti della sua collezione.
Il percorso inizia con due ritratti dei padroni di casa: un ritratto di Renzo Bongiovanni Radice, opera di uno dei suoi più cari amici, l’artista e critico Leonardo Borgese, e un tenero ritratto di Adolfo Pini bambino, dipinto da Renzo Bongiovanni Radice.
Altri ritratti, come Vecchio che beve, o Popolana con bimba in grembo, entrambi del 1920, dimostrano la notevole padronanza della pittura di un Bongiovanni Radice appena ventenne. Assieme a questi, i due dipinti Donna che fuma, e Donna sdraiata sulla spiaggia, entrambi datati attorno al 1946/47, danno un saggio di un perdurante interesse per la figura, della quale molte bellissime prove sono riportate nel Catalogo Generale curato da Denis Viva che documenta anche opere disperse presso collezioni ignote.
Il valore dei dipinti citati, presenti in Fondazione, e degli altri documentati nel Catalogo Generale, evidenzia la consapevolezza che l’artista ha della pittura di Novecento, e la sua adesione a quel richiamo alla solidità delle forme che fu un imperativo stilistico di quel momento storico. E tuttavia Bongiovanni Radice abbandona nel tempo il suo interesse per la figura approdando, nella sua piena maturità, a una netta predilezione per il paesaggio. Né mai si riesce ad associarne veramente il lavoro alle avanguardie nel suo tempo, nonostante la Milano che egli frequenta sia attraversata, prima e dopo le due guerre mondiali, dal Futurismo, quindi da “Novecento”, da “Corrente”, dal realismo esistenziale, dall’astrattismo, dall’informale.
Per un particolare scarto generazionale, ma soprattutto sentimentale e ideologico, Bongiovanni Radice non aderì ad alcuna avanguardia, e se fu vicino alla sensibilità chiarista, amico fraterno di De Rocchi, pure non vi aderì mai appieno, mentre la sua decisa concentrazione sul genere del paesaggio era piuttosto in linea con una ritrovata adesione alla tradizione lombarda otto e novecentesca.
Nei suoi paesaggi lirici e malinconici, esposti numerosi nelle sale della Fondazione, si ritrova, integrato con le sue radici lombarde e lo studio della pittura antica, l’eco della sua lunga frequentazione a Parigi, dagli anni Trenta in avanti, della scuola di André Lothe e dell’ambiente artistico di Parigi.
Sono questi lunghi e reiterati soggiorni oltralpe e che lo aprono alle problematiche della definizione di una lingua moderna in pittura, che ne mettono in crisi la baldanzosa sicurezza tecnica acquisita come allievo di Attilio Andreoli, ne interrogano le sue prese di distanza dai movimenti delle avanguardie, ne affinano la sensibilità, saldandosi con una crescente tendenza all’autocritica che lo porterà a distruggere, insoddisfatto, molti suoi lavori, facendo della sua pittura un distillato faticoso e sofferto.
Dal suo temperamento artistico e umano, da suo rigore e dalla sua solida cultura visiva, nasce la sua capacità di far vibrare la poesia nelle atmosfere grigie e dimesse della città, la sua predilezione per i paesaggi solitari, senza presenze umane, per le facciate spettrali delle case, i cancelli chiusi, i filari di alberi spogli a segnare, silenziosi, i confini dello sguardo, immerso in teneri colori opalescenti.
Come confidava al nipote Adolfo, un quadro non era finito finché egli non riusciva a infondergli quella particolare aria “soffiata”, cioè “lievitata nell’insieme ad assimilare la vita soffusa che è nelle cose e tra le cose”, come a dare visivamente l’idea dell’inafferrabile, dell’indicibile.
E benché parlasse con autentica sofferenza di una sorta di cristallo tra se stesso e il mondo, di cui la sua arte sembra una metafora visiva, nessun tormento ne offuscò mai l’interesse vivace per le problematiche e le teorie della pittura. Come racconta il nipote nella sua testimonianza nel catalogo della mostra postuma ( Galleria Lusarte, 1978), “… si mostrava affascinato dai problemi di filosofia dell’arte, dalle relazioni fisiologiche che giocano nei richiami dei colori, nell’accostamento e nella fusione dei colori complementari; dalla ritmata riproduzione modulare; dalla suggestione che ci regala una composizione quando il suo ideale baricentro giace nella sezione aurea…”
La sua pittura è frutto non solo del suo temperamento malinconico e sofferente, ma di uno sguardo esigente e consapevole, e di un calibrato esercizio di equilibrio.
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Marina con barca (1916), acquerello su carta, 15x23 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Marina con bosco (1916), acquerello su carta, 15x23 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Popolana con bimbo in grembo (1920), olio e pastello su carta, 94x64 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Vecchio che beve (1920), olio e pastello su carta, 55x43 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Bambino (1920-24), pastello su carta, 55x43 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Ritratto di Adolfo Pini (1928), acquerello su carta, 61x38 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Nella casa degli idoli (1930), olio su tela, 125x165 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Parigi (1932-1933), olio su cartone, 27x35 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Parigi (1932-33), olio su cartone, 27x35 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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I cappelli del prestigiatore (1932-33), olio su tela, 60x50 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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San Marco-Milano (1933), tempera su tavola, 70x60cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Canal Grande e la chiesa di San Simeon Piccolo (1937-39), olio su tela, 85x120 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La piazzetta (1938-40), olio su tela, 80x115 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Carrozzella (1939-47), olio su tela, 60x50 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La stazione di Cormano-Brusuglio (1940), olio su tela, 50x60 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Santo Spirito-Firenze (1941), olio su tela, 50x60 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Baracche a Parigi,1939, olio su cartone, 28x35 cm. Collezione privata, Milano
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Fiori, 1932, olio su tela , 70x55 cm. Museo del Novecento, Milano
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Il cancello, 1939.1940, olio su tela, 54x68 cm. Museo del Novecento, Milano
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Pompei, Foro Civile, 1932, tempera su tela, 50x60 cm. Museo del Novecento, Milano
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Riva degli Schiavoni, 1932, tempera su tela, 58x74 cm. Museo del Novecento, Milano
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Un cancello chiuso, 1937-1938, olio su tela, 51x60 cm. Museo del Novecento, Milano
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Liliana sdraiata sulla spiaggia, olio su tavolo, 55x90 cm. Ubicazione sconosciuta
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Bosco (1946), olio su tavola, 70x55 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Le querce (1946), olio su tavola, 100x80 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Donna che fuma (1946), olio su tavola, 60x46 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Donna sdraiata sulla spiaggia (1946-47), olio su compensato, 55x90 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio (1946-47), olio su tela, 55x164 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio invernale (1946-47), olio su tela, 54x64 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Muro agli invalidi a Parigi (1949), olio su tavola, 38x55 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio con case (1949), olio su cartone, 28x36 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio con ponte (1949), olio su cartone, 28x36 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Monumento (1949), olio su cartone, 27x35. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Cavalli al pascolo (1950), olio su tela, 70x90 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Alle corse (1950), olio su tela, 90x70 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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In riva al mare (1953-54), olio su tavola, 60x50 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Quai d'Orsay (1955), olio su tela, 70x90 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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L'ora del bagno (1955-57), olio su tela, 73x100 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Autunno (1957), olio e pastello su tela, 93x72 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Arco della pace (1957), olio su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Rue Monte Cenisio (1959-60), olio su tela, 73x54 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Case con alberi (1959-60), olio su tavola, 60x50 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Dalla finestra di un amico (1959-60), olio e pastello su tela, 100x80 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Case e cielo (1960), olio su tela, 92x73 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Case senza cielo (1960), olio su tavola, 91x75 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Temporale sul greto (1960), olio su tela, 80x100 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia (1960), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Il Duomo di Milano (1960), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Cancello chiuso (1961), olio e pastello su tela, 23x18,5 cm, bozzetto. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La Senna (1961-63), olio su tela, 90x70 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Alberi, cielo e vento (1963), olio e pastello su tavola, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Casa (1963-65), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La casa di Colette (1963-65), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Menil Montant (1963-65), olio e pastello su tela. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Dopo la pioggia (1963-65), olio e pastello su tela, 92x73 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Vallata in inverno (1963-65), olio e pastello su tela, 100x73 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Fontana a Place de la Concorde (1963-65), olio e pastello su tela, 92x72 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Il ponte delle arti-Parigi (o Pont de la Concorde) (1965), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La tempesta (1965), olio su tavola, 117x90 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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...e tutti gli alberi poi furono abbattuti (1965), olio e pastello su tavola, 90x117 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La neve sul vigneto (1966), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Luna d'agosto e pipistrelli (1967), 1967, olio e pastello su tavola, 89x118 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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La nave (1967-69), olio e pastello su tela, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio dell'Appennino (1967-69), olio e pastello su tela, 60x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio dell'Appennino (1967-69), olio e pastello su tela, 60x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Sera di vento (1967-69), olio su tela, 73x93 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Bosco verde (1967-69), olio e pastello su tavola, 90x55 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Progetto di case a raggiera (1968-69), olio su tavola, 80x100 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Albero spoglio (1969), olio e pastello su tela, 70x50 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Albero (1969), olio su tela, 90x70 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Nebbia invernale (1969), olio su compensato, 92x73 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Plenilunio d'inverno (1969), pastello su compensato, 80x100 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano
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Paesaggio (1969), pastello su tavola, 73x92 cm. Fondazione Adolfo Pini, Milano